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Le buone prassi per il content marketing di uno studio legale /2

«Comincia dall’inizio» disse il Re molto gravemente «e vai avanti fino alla fine. Solo a quel punto puoi fermarti» Lewis Carroll, Alice in Wonderland

«Comincia dall’inizio» disse il Re molto gravemente «e vai avanti fino alla fine. Solo a quel punto puoi fermarti» Lewis Carroll, Alice in Wonderland

Strategy is the queen
Se il contenuto il re, è chiaro che la regina è la strategia.

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Come per qualsiasi altra iniziativa di marketing, anche quella da elaborare sul web deve iniziare con l’identificazione di una strategia intelligente, che a sua volta inizia con l’individuazione di obiettivi intelligenti o, per usare la definizione di  Locke e Latham, S.M.A.R.T, ovvero specific, mesurable, achievable, realistic, time constrained (un obiettivo è intelligente se identificato in modo specifico, misurabile, raggiungibile, realistico e determinato nel tempo).

Il compito del content marketing (e di chi se ne occupa), in uno studio legale, è quello di aiutare il suo pubblico a scoprire tendenze e novità (tempestive e rilevanti per il cliente).

Nel mondo di ieri poteva bastare informare il pubblico quello che stava succedendo nel momento in cui accadeva.  Oggi è necessario esplorare ciò che sta per succedere.  È necessario aiutare i clienti ad analizzare gli scenari, a ottenere nuove conoscenze, a identificare soluzioni creative ai loro problemi e anticipare le nuove tendenze nei loro settori. 

Gli Studi legali che riescono in questa attività, diventano una fonte illuminante per i propri clienti attuali e potenziali e vengono percepiti come una risorsa essenziale. 

Il sito dello studio LP Avvocati di Roma realizzato da Paris&Bold

Aiutare il proprio pubblico a soddisfare un bisogno essenziale, del quale magari non è ancora consapevole, attraverso il suo sito, consente allo studio di dare vita a quella che in gergo è chiamata la brand affinity

Questo concetto, particolarmente indigesto agli avvocati, è alla base delle regole d’oro del Ninja Marketing, una piattaforma che si autodefinisce «di marketing non convenzionale» e può essere sintetizzato così: «Siccome non puoi piacere a tutti, ti conviene scegliere e alimentare le tue affinità».

Tanto più i potenziali clienti si affezioneranno al sito, trovandone interessanti i contenuti, tanto maggiore sarà il sentimento di conoscenza e fiducia che proveranno nei confronti degli autori, in questo caso, dello studio legale. 

SEO is the princ(iple)

Se c’è un re e se c’è una regina, ci deve essere anche un principe, in questo caso è il caso di giocare con le parole e parlare di un “principio”, il o la SEO acronimo che sta per «search engine optimization», ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca.

La SEO è quell’insieme di tecniche che migliorano l’aspetto dei contenuti dal punto di vista della loro leggibilità per i motori di ricerca. Più un sito sarà costruito tenendo conto dei criteri utilizzati da Google per scegliere in quale ordine mostrare i risultati di una ricerca, meglio saranno apprezzati i contenuti.

La SEO è cambiata irrevocabilmente il giorno in cui Google ha rilasciato l’ aggiornamento dell’algoritmo “Penguin” nel 2012. 

Da quel momento il content marketing è diventato strategico perché tutti i siti che utilizzavano escamotage come finte pagine piene di parole chiave per essere premiati dai motori di ricerca, sono stati penalizzati mentre vengono catalogati, classificati e premiati i siti che presentano caratteristiche autentiche di originalità, qualità, quantità e aggiornamento dei contenuti.

La  strategia SEO dello studio legale non deve concentrarsi su tecnicalità ed escamotage, ma deve puntare sui contenuti di qualità che coinvolgono e informano i visitatori. 

La buona regola perché questo accada è concentrarsi non su ciò che lo studio fa, ma piuttosto sulla risposta alle domande (anche se inespresse) di coloro che a cui si rivolge il proprio servizio.

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