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Paola Parigi in copertina su «Avvocati» in uscita il 4 ottobre

La Coop modello vincente

Il numero speciale di «Avvocati», in distribuzione al Congresso Nazionale Forense di Catania vede Paola Parigi, fondatrice di Paris&Bold in coopertina con una intervista sulla Cooperativa tra avvocati e il contributo delle prime tre cooperative forensi d’Italia, Polis Avvocati di Bari, Libra Avvocati di Taranto e LP Avvocati di Roma.

La Coop modello vincente

Il numero speciale di «Avvocati», in distribuzione al Congresso Nazionale Forense di Catania vede Paola Parigi, fondatrice di Paris&Bold in coopertina con una intervista sulla Cooperativa tra avvocati e il contributo delle prime tre cooperative forensi d’Italia, Polis Avvocati di Bari,  Libra Avvocati di Taranto e LP Avvocati di Roma.

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Paola Parigi, ex avvocato e fondatrice di Paris&Bold è la consulente che ha aiutato i primi tre studi legali italiani a trasformarsi in cooperativa. Ad “Avvocati” spiega il come e il perché di questo strumento che potenzialmente innova modo di pensare alla professione esercitata collettivamente.

Nel 2018 tre studi italiani, il primo di Bari (Polis Avvocati), il secondo di Taranto (Libra Avvocati) e il terzo di Roma (LP Avvocati), hanno deciso di cambiare la loro struttura e assumere la forma della Società tra avvocati Cooperativa a responsabilità limitata.

In tutti questi casi Paola Parigi, ex avvocato e fondatrice di Paris&Bold ha, in duo con il dott. Enrico De Pascale, commercialista barese, affiancato gli studi nel processo di trasformazione o creazione delle compagini, per il profilo statutario, regolamentare e contrattuale, oltre a quello dell’organizzazione e della struttura economico finanziaria e, infine, grazie al network di professionisti del suo team, anche per quello che riguarda l’immagine e la comunicazione.

D. Come è successo e perché la Coop

Ho sentito parlare per la prima volta di cooperativa tra professionisti a Bergamo durante un Congresso (ANF). L’idea mi ha molto intrigato e ho studiato la cosa. Una struttura circolare e paritaria che regolamentasse, con una certa dose di libertà e di flessibilità, ma in un ambito contrattuale definito e chiaro, i rapporti tra soci era quanto di più utile si potesse pensare per l’avvocatura.

Ricordo di aver pensato che, se fosse stato possibile costituirla tra avvocati, questo modello sarebbe stato la forma giuridica più adatta a valorizzare le differenze tra professionisti e consentire di dare forza alla squadra e al brand dello studio.

La delega al Governo contenuta nella legge professionale del 2012 era ormai priva di efficacia e le società di capitali stavano diventando una realtà anche per gli avvocati.

Prima che il DDL Concorrenza (poi convertito in legge 124/2017), spazzasse via ogni dubbio, Polis Avvocati aveva chiesto e ottenuto pareri favorevoli nelle sedi opportune ed era stata trasformata nella prima cooperativa tra avvocati.

Con Enrico De Pascale, che ha curato tutti gli aspetti tributari e finanziari della trasformazione, abbiamo di fatto elaborato un primo modello, approfondendo tutti i temi che riguardano i contratti tra avvocati e Coop., tra cui contabilità e la fatturazione, condivisione dei compemsi e i regolamenti interni.

Pochi mesi dopo è nata a Taranto Libra Avvocati, cooperativa che ha riunito due studi legali e l’associazione professionale Legal Partner di Roma si è trasformata in LP Avvocati, sta coop a r.l.

D. Quali sono le reazioni degli avvocati quando si parla di Cooperativa?

Mi è capitato di intervenire pubblicamente, di redigere pareri e di incontrare studi interessati alla trasformazione (in questo momento ci sono altre cooperative in cantiere), e ho notato che un equivoco molto comune tra gli avvocati è quello di considerare la cooperativa come uno strumento egualitario che “livella” i soci tra loro. 

Tenendo conto dell’individualismo tipico del libero professionista, il concetto di “uno vale uno”, viene visto come un ostacolo alla propria affermazione personale.

In realtà non è affatto così, non vanno confusi il diritto di voto e il sistema di attribuzione dei compensi, che può essere variegato e flessibile e prevedere retribuzioni diverse tra i professionisti in dipendenza da numerosi fattori. Ci sono meccanismi premiali che possono evidenziare le differenze tra il socio che, ad esempio, porta i clienti e quello che lavora su clienti altrui, ma anche tra il socio che lavora a tempo pieno e quello che si impegna a tempo parziale, e via dicendo.

Il potere decisionale viene gestito dall’organo preposto a ciò delegato dall’assemblea, ma, come in tutte le compagini, non è solo il numero di voti che conta, ma il successo di un gruppo dirigente è determinato anche l’autorevolezza delle proposte. O almeno, così dovrebbe essere.

Un’altra falsa convinzione è che tutti i collaboratori dello studio debbano necessariamente diventare soci, mentre invece esistono strumenti per legare la carriera dei collaboratori al merito e al successo nel raggiungimento degli obiettivi.

Un terzo comune pregiudizio è che la cooperativa sia fiscalmente agevolata, così non è, o almeno non lo è tout court. Il sistema di deducibilità e la tassazione dei profitti sono senz’altro più vantaggiosi per gli avvocati di quanto non lo siano quelli dell’associazione professionale o della partita IVA individuale, ma anche la Coop paga le tasse e versa i contributi Cassa per i soci.

D. Quando secondo te uno studio dovrebbe optare per la cooperativa?

La cooperativa è perfetta per tutti gli studi in cui i soci apportino lavoro e clientela in misura, anche diversa, ma con l’intento della massima condivisione.

Indipendentemente dalle caratteristiche dei servizi offerti (specializzazione o multidisciplinarietà), quando gli avvocati che si associano ntendono procurare lavoro allo studio e non solo a sé stessi, condividere i successi e creare un organismo collettivo che consenta di essere competitivi e anticiclici, ma anche di garantirsi una certa costanza nel reddito, allora la coop è lo strumento più efficace.

Penso agli studi formati da professionisti che, fino ad oggi, stanno insieme per dividere le spese, confrontarsi professionalmente e fornire un servizio più strutturato alla clientela. 

In questi studi spesso si fatica a motivare le nuove leve, per mancanza, più che di lavoro, di strumenti adatti a valorizzare l’apporto di ciascuno.

Con la cooperativa (penso ai piani di crescita, ai soci in formazione e via dicendo), si può investire sulla carriera dei giovani più meritevoli.

La cooperativa non è adatta a quegli studi che, anche se di grandi dimensioni, in realtà sono individuali, caratterizzati dalla presenza di un fondatore/titolare che dirige l’attività di tutti gli altri componenti e che, di fatto, detiene tutti i mandati dei clienti.

D. In che cosa consiste l’attività dei consulenti per la creazione di una cooperativa tra avvocati?

Gli avvocati, naturalmente, hanno tutte le competenze per scrivere lo statuto e il regolamento che sono necessari alla costituzione, ma possono aver bisogno di aiuto nella creazione delle best practice, ossia delle linee guida interne relative a tutti gli aspetti gestionali, ai percorsi di carriera, alle norme interne e di governance, a delineare il sistema di distribuzione dei compensi (profit sharing system), più adatto alle loro esigenze e a calarlo nella cornice della normativa tributaria, giuslavoristica e previdenziale della Coop.

Soprattutto in caso di trasformazione da associazione professionale l’esperienza sui modelli di governance consente di evitare errori che possono essere fatali e di adattare il modello normativo alle esigenze dello studio, non solo presenti, ma anche future. 

Lo sguardo di un consulente esperto consente di avere una prospettiva terza, che può rivelarsi molto utile, almeno è quello che i miei clienti mi hanno riferito. 

Nei casi delle tre cooperative, in particolare, il mio gruppo ha anche fornito supporto alla creazione o revisione dell’immagine, al sito internet e tutt’ora, collabora alla gestione dei contenuti e della comunicazione.

Contributo di Francesco Paolo Bello, managing partner di Polis Avvocati, Bari

Abbiamo scelto questa formula per governare con strumenti flessibili la crescita del nostro studio che era nato dalla fusione di tre realtà già consolidate nel territorio barese.

Le differenze tra i soci e l’approccio multidisciplinare meritavano di essere valorizzati, così come la creazione di un ambiente riconoscibile, caratterizzato dalla comunione di obiettivi per tutti i giovani collaboratori.  Collaboravamo già con Paola ed Enrico e siamo stati affiancati in questo processo di cambiamento in maniera efficiente e affidabile, su ogni tema, con la stessa competenza e disponibilità. 

Paris & Bold ha, tra le altre cose, recentemente seguito il restyling del nostro brand e tutt’ora segue la nostra comunicazione che si è rivelata determinante per conseguire l’interesse delle testate di settore e vincere due lusinghieri premi, uno dei quali proprio riferito alla originalità della formula di governance, cooperativa, che ci siamo dati.

Contributo di Mirella Casiello, socio Libra Avvocati, Taranto

Abbiamo deciso di portare a compimento un progetto a cui lavoravamo dai tempi in cui ero alla guida dell’OUA. 

Crediamo che il “patto generazionale” di reciproco scambio, il mix tra competenza e clientela, in cambio di nuove energie e entusiasmo,  possa essere una formula vincente

Siamo sempre più soddisfatti della scelta fatta e Paola ed Enrico hanno saputo darci i giusti consigli. 

Il suo staff di grafici ha immediatamente intercettato il nostro gusto e le nostre esigenze. 

Del resto, non ho avuto dubbi al momento di scegliere un professionista al quale affidarmi: Paola  gestiva il mio account twitter  e la pagina Facebook nel periodo della Presidenza dell’OUA. e ci siamo trovato bene immediatamente.

Credo che Colleghi dotati di un forte spirito di gruppo e di  capacità di lavorare in team possano trovare l’habitat ideale  in questa nuova formula di cooperazione

Contributo di Roberto Fiore, socio di LP Avvocati Roma

Siamo quattro soci nello studio, ci occupiamo di aree diverse del diritto, dal penale al civile all’amministrativo, tutte caratterizzate dal rapporto con una clientela aziendale. 

Abbiamo accolto la proposta di trasformarci in cooperativa per disciplinare in maniera coerente i nostri rapporti e consentire ai nostri collaboratori di avere un percorso comune e condiviso nello studio per come lo immaginiamo nel  futuro e che stiamo realizzando.

Paola ed Enrico sono stati collaborativi e disponibili, ci hanno guidato e aiutato ad accogliere una nuova mentalità che impone di essere più consapevoli del ruolo della governance per il successo dello studio.

Paris & Bold ha anche curato la trasformazione dell’immagine (a partire dal nome, da Legal Partner a LP Avvocati), creato il nostro nuovo sito e ora cura la nostra comunicazione.